Ci sono gite che non si programmano, che nascono in un pigro sabato estivo e che si rivelano invece piacevoli e ricche di spunti interessanti. Questo è stato per noi il nostro primo incontro con Sanary sur mer, un paese che si trova a ovest di Toulon, uno tra i tanti paesini che costellano la costa fino a Marseille.
Arrivati senza sapere cosa fare e quanto stare, abbiamo passeggiato tutta la mattina, prima sul porto ammirando le barche che lo abbelliscono e respirando l’odore frizzante dell’aria di mare; poi nel piccolo ma pulito mercato, che sa tanto di provenzale in quel modo che solo un mercato della Provenza sa essere, con i limoni e le arance bucherellate dai chiodi di garofano sui banchi del pesce, con i fiori tra le piante di basilico e i piedi di insalata, con spezie che ti pizzicano il naso e un banchetto dove si può assaggiare la cade, lo street food provenzale che altro non è che la farinata o cecina italiane.
Decidiamo che il paesino merita una sosta più lunga di una semplice passeggiata, quindi prima di continuare con il nostro giro lasciamo i nanetti sfogarsi nel parco giochi che si trova sul lungomare incastrato tra il mercato e il grande parcheggio (dove la prima ora è gratuita) della città. Oltre al solito parco giochi alla francese (diviso per età, ben recintato e con molte panchine dove sedersi) c’è anche un grande carousel che merita l’attenzione: grande, a due piani, ben curato…davvero capisco i miei nanetti che hanno passato un buon quarto d’ora col naso all’insù estasiati a rimirarlo.
E poi si riparte, si scopre il centro vero e proprio, le viuzze strette, i negozietti, i ristoranti, si ascolta il brusio della gente che parla, si sentono odori di pietanze, si guardano oggetti più o meno interessanti. Finché si decide che è ora di mangiare e non si sa mai dove andare a finire, per paura di prendere un granchio o di pagare troppo, andiamo un po’ a naso, sbirciamo, annusiamo, girovaghiamo…
Infine eccolo: troviamo qualcosa di diverso, di originale (c’è sempre in ogni città!), piccolo, ma con tavolini all’aperto che con due nani scalmanati fan sempre comodo. Sedie e tavoli in ferro battuto, dai colori tenui e con disegni di rose o con scritte fitte e minute: La reine des tartes indica sventolando uno stendardo alla medievale maniera.
Veniamo accolti con un sorriso e invitati a entrare per decidere cosa provare. Anche l’interno, come l’esterno è eclettico, anche se un po’ soffocante: tante cose, tanti libri, sedie, panche e poltrone, tanti colori, anche se tenui, tante cose da scoprire, impossibile entrare con un passeggino però! C’è poi il bancone con le torte salate o dolci e un frigo con le bevande, si può scegliere di mangiare al pezzo o ci sono le varie formule: una o due fette di torta+insalata+bibita (vino bio, acqua o bevande varie); noi scegliamo 4 fette di torta che accompagniamo con due insalate, un calice di rosso bio senza grosse pretese e due bottigliette d’acqua (come al solito però per gli stranieri acqua in bottiglia che si paga, per le altre coppie francesi eau de source, ossia acqua del rubinetto gratis!).
Le torte, meglio dette quiche, servite dopo essere state scaldate qualche minuto, sono ottime: una con il salmone e i broccoli, una mozzarella, zucchine e porri, una con figatelli e peperoni, una con finocchi e peperoni. La pasta brisèe si sbriciola e poi si scioglie in bocca, gli abbinamenti tutti azzeccati, i sapori naturali e pieni di gusto. Le insalate di accompagnamento sono fresche, per dare un tocco di originalità ci sono i ravanelli e l’anguria (non è la prima volta che trovo quest’ultima in un’insalata e sto davvero cominciando ad apprezzarla).
Non diciamo di no ad assaggiare anche i gateaux dolci: una con le prugne, l’altra con le albicocche. La frutta è un po’ aspra, ma si contrappone bene al dolce del ripieno, anche qui la brisèe è fantastica, non l’avevo mai assaggiata dolce e devo dire che non ha niente da invidiare a una frolla, rimane leggermente più umida ed è perfetta in abbinamento al tipo di ripieno.
Ne usciamo contenti, anche il prezzo rimane nei limiti (una quarantina di euro) e voglio tornare, magari per una merenda o un aperitivo, ma solo a patto di poter avere anche io l’eau de source gratis!